«Che straordinaria esperienza (in parte dimenticata) vedere un film veramente bello. Milarepa di Liliana Cavani è uno di questi film assolutamente rari. Non lo si ricorda come un film, ma come una perfetta Geometria, in cui si sia sintetizzata e cristallizzata un’esperienza visiva vissuta nella realtà». Dichiarò Pier Paolo Pasolini.
Secondo appuntamento, sabato 5 marzo, con Pasolini spettatore, la rassegna promossa dal Cinema Troisi, ideata dal Piccolo America, con il patrocinio della Regione Lazio e della Struttura di missione per la valorizzazione degli Anniversari Nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni, in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale, che ripercorre il rapporto del poeta, scrittore e cineasta con “i film degli altri” (per dirla col titolo di un prezioso volume curato da Tullio Kezich nel 1996 e dedicato al Pasolini critico cinematografico).
«Nell’immaginare questa iniziativa – spiega Valerio Carocci – abbiamo da subito pensato che, accanto ai maestri che contribuirono in modo decisivo alla formazione dello sguardo di Pasolini (Chaplin, Dreyer, Mizoguchi) dovessero trovare posto anche i film di alcuni suoi “compagni di strada”: tra questi non poteva mancare una grande autrice del cinema italiano e internazionale, Liliana Cavani. Ed è proprio con lei che siamo felici di poter festeggiare il centesimo compleanno di Pier Paolo Pasolini, il 5 marzo, rivedendo Milarepa, che alla sua uscita ebbe proprio in Pasolini uno dei suoi più fervidi sostenitori».
La proiezione di Milarepa (ore 11, ingresso libero) sarà preceduta da un incontro con Liliana Cavani, moderato da Pedro Armocida e Cristiana Paternò, curatori del volume “Liliana Cavani. Il cinema e i film”, edito da Marsilio in occasione dell’ultima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Un’occasione per approfondire insieme il rapporto tra l’autrice e Pasolini: «un’amicizia fondata su stima sincera e affetto», nata alla vigilia dell’uscita di Francesco e durata per tutta la vita, punteggiata da episodi “leggendari” (come uno storico viaggio sulla Ferrari turchese di PPP, diretti proprio al Festival di Pesaro, da dove arrivavano notizie di scontri tra polizia e studenti che sembravano aver coinvolto anche Lou Castel, il Francesco d’Assisi della Cavani), e da un’attenzione che trova proprio nella recensione di Milarepa scritta per Cinema Nuovo la sua testimonianza più alta: «Era tanto che negli schermi non appariva un film così bello; e dove dunque fossero esaltate con tanta evidenza le qualità espressive del cinema»