Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini abbiamo deciso di omaggiarlo cambiando il punto di prospettiva, scegliendo quindi di proiettare i film che aveva visto lui, amati o stroncati! Un’iniziativa patrocinata dalla Regione Lazio e in collaborazione con la Cineteca Nazionale, che in 14 appuntamenti settimanali a ingresso gratuito ripercorre il rapporto del poeta, scrittore e cineasta con “i film degli altri” (per dirla col titolo di un prezioso volume curato da Tullio Kezich nel 1996 e dedicato al Pasolini critico cinematografico)!
Un’occasione per scoprire alcuni degli autori più apprezzati da Pasolini: i maestri che contribuirono alla sua formazione (su tutti Chaplin, Mizoguchi e Dreyer), i “compagni di strada” – più o meno coetanei – della stessa generazione (Antonioni, Bergman, Cavani, Naldini), e i nomi più giovani, adottati e protetti (Ponzi, Bertolucci). Da Rossellini a Paul Vecchiali a Bresson, una breve storia del cinema che si muove tra “canone” ed eresia, raccontando molto di un’epoca e altrettanto (se non di più) di Pasolini, uomo spettatore e critico militante, spesso in anticipo su tempi e gusti, talvolta accusato di “familismo”, non di rado in odore di adolescenziale disinvoltura deontologica (parola di Kezich, qualche decennio dopo si sarebbe detto “conflitto d’interessi”).
Molti altri titoli, nomi, accostamenti, sarebbero stati possibili, compulsando gli scritti, corsari e non: alcune stroncature che oggi possono sembrare blasfeme (ma in programma ci sono almeno Intrigo internazionale di un Hitchcock “un po’ imbolsito”, e A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, “approssimativo e deprimente”), i capolavori che hanno nutrito prosa e poesia (“quasi emblema, ormai, l’urlo della Magnani” di Roma città aperta, la Gilda del postumo “Amado mio”), tante rinunce dolorose (due su tutte: Marco Ferreri, che per PPP sarà anche attore in Porcile, e l’invisibile La coppia, unico lungometraggio di Enzo Siciliano, difeso contro tutto e tutti alla sua uscita).
Resta, speriamo, uno sguardo obliquo, capace di guidarci in una passione – quella di Pasolini per il cinema – che a cento anni dalla sua nascita è ancora, anche, la nostra.
L’iniziativa è accompagnata, oltre che dalle proiezioni, da incontri speciali: sabato 5 marzo, nell’anniversario della nascita di Pasolini, Liliana Cavani presenterà Milarepa; Paul Vecchiali sarà in collegamento da Parigi per parlare di Femmes Femmes sabato 2 Aprile; Maurizio Ponzi sarà presente il 14.05 per accompagnare I visionari, vincitore del Pardo d’Oro del ’68.
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Calendario Pasolini Spettatore con citazioni di Pasolini.
- 26.02 – Tempi moderni di Charlie Chaplin
“Tempi moderni di Chaplin è un film assoluto, che ha detto sul lavoro in fabbrica qualcosa che si pone come insuperabile, nella fantasia. (…) Un film di Charlot si può vedere venti volte come si può leggere venti volte una poesia”.
- 05.03 – Milarepa di Liliana Cavani
“Che straordinaria esperienza (in parte dimenticata) vedere un film veramente bello. (…) Milarepa di Liliana Cavani è uno di questi film assolutamente rari. Non lo si ricorda come un film, ma come una perfetta Geometria, in cui si sia sintetizzata e cristallizzata un’esperienza visiva vissuta nella realtà”
- 12.03 – Gertrud di Carl Theodor Dreyer
Tullio Kezich “Ultimo film del grande cineasta da una commedia di Hjalmar Söderberg: amori e solitudine finale di una cantante (Nina Pens Rode). Sulle prime sottostimato dai più, subito amato tra i pochi tra i quali P.”
- 19.03 – Partner di Bernardo Bertolucci
“Che io sappia, una tecnica o uno stile simile, non era mai stata usata. Partner perciò non è solo un film tecnicamente e stilisticamente nuovo, ma è addirittura un nuovo modo di fare il cinema. Un cinema che non coinvolge sentimentalmente lo spettatore, ma lo obbliga a essere giudice: un cinema privato della sua forza di attrazione, ma pieno di una misteriosa e provocatoria forza di espulsione”
- 26.03 – I racconti della luna pallida d’agosto di Kenji Mizoguchi
“E concluderò con il film più bello dell’anno, in senso assoluto: I racconti della luna pallida d’agosto (con un orrendo doppiaggio italiota) di quel Mizoguchi che, con Charlot, è il più grande poeta dei primi cinquant’anni di storia del cinema”.
- 02.04 – Femmes Femmes di Paul Vecchiali
“Nel bianco e nero di Femmes femmes traspaiono i grandi, commoventi modelli primi: quanto a me, ho pensato a Murnau (L’ultima risata), a Dreyer (Gertrud) o a qualche minore, per esempio Machaty. Femmes femmes è tuttavia – e questo è straordinario – proprio un film sul cinema!”
- 09.04 – Luci d’inverno di Ingmar Bergman
“Considero Bergman un grande regista, e, benché così lontano da me, lo comprendo e lo amo senza fatica. I suoi personaggi femminili, dai glutei, dai seni, dai garretti monumentali, eppure così deboli – come elefanti feriti che cercano disorientati il loro cimitero – mi sono, teoricamente, del tutto estranei: in pratica, ne sono affascinato. Luci d’inverno è uno dei film più belli della storia del cinema”
- 16.04 – Francesco, giullare di Dio di Roberto Rossellini
“Io considero Rossellini un grande regista: Roma città aperta, Paisà e Francesco giullare di Dio sono tre tra i più bei film, come si dice, della cinematografia mondiale (…). E si veda soprattutto la costruzione a episodi e frammenti di quel capolavoro che è Francesco”
- 23.04 – Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni
“Ecco: io ero molto, come si dice, prevenuto contro Deserto rosso. (…) Mi sbagliavo. Ho visto finalmente Deserto rosso, e mi è sembrato un bellissimo film. (…) Antonioni ha liberato se stesso: ha potuto finalmente vedere il mondo coi suoi occhi, perché ha identificato la sua visione delirante di estetismo, con la visione di una nevrotica”
- 30.04 – Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock
“La prima delusione di Hitchcock, dopo dozzine e dozzine di deliziose riuscite”
- 07.05 – Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson
“Di Bresson ho visto e trovo stupendo Un condannato a morte è fuggito. Lo trovo uno dei più bei film degli ultimi dieci anni, del dopoguerra. Non c’è dubbio”
- 14.05 – I visionari di Maurizio Ponzi
“Il film di Ponzi (I visionari: che ha vinto il primo premio al Festival di Locarno, ed è strano che in Italia non ne sia nato almeno un piccolo caso: sempre così, quando i “casi” meritano di nascere) è tutta un’altra cosa. (…) così unitario, da essere quasi monotono, monolitico, privo di spiragli: e, di conseguenza, misterioso, o, meglio, enigmatico.
- 21.05 – A qualcuno piace caldo di Billy Wilder
“Malgrado quel fenomeno delizioso che è Marilyn Monroe, è un film approssimativo e deprimente, che lascia in bocca l’amaro di un gioco di società riuscito così così”
- 28.05 – Fascista di Nico Naldini
“Alla fine, e proprio filmicamente, il film è un film sul rapporto tra un Capo e il suo Popolo. Non è certamente un film sul fascismo (…) e non è certamente un film su Mussolini, visto com’è solo in quanto figura retorica e pubblica. È, ripeto, un film sul rapporto tra un Capo e il suo Popolo. Rapporto inaudito, assurdo, manifestamente arrangiato, ritagliato e mistificato, ridicolo, bieco: ma in qualche modo quello lì, proprio quello lì, come compare nella realtà fisica dei materiali del film. Materiali che si accumulano, e infine esplodono in una espressività abnorme e involontaria. È stato un terribile gioco, e il film di Naldini gioca con questo gioco. Per questo è un film bellissimo”