Il Cantiere

Il progetto di restauro e risanamento conservativo del Cinema Troisi è stato elaborato dagli architetti Claudia Tombini e Raffaella Moscaggiuri, in dialogo costante con l’associazione Piccolo America, con l’obiettivo anche di rifunzionalizzare alcuni locali esistenti. Mentre l’unicità della sala cinematografica, con 298 poltrone più due posti per disabili, viene mantenuta, il foyer-bar viene flessibilmente riallestito come videoteca, biblioteca cinematografica, spazio espositivo, infopoint e postazioni internet. Particolarità di questo spazio è il bancone circolare, presente sin dal primo elaborato progettuale, sia per aumentare la superficie dello stesso, che per ricordare la circolarità funzionale dell’intera struttura del GIL progettata da Luigi Moretti, oggi purtroppo interrotta dalla suddivisione dell’immobile.

Gli interventi sono consistiti in un restauro completo, che ha portato alla riscoperta dei pavimenti in marmo di Carrara del 1933 e di alcuni bassorilievi, nell’adeguamento delle uscite di emergenza e delle vie di esodo, nella demolizione e ricostruzione integrale dell’impianto aeraulico, idrico ed elettrico, nel rifacimento di tutte le pareti insonorizzanti, nella sostituzione di ogni materiale tessile e d’arredo e nella digitalizzazione della cabina di proiezione. L’intervento di maggiore complessità, tuttavia, è stato lo spostamento degli impianti di areazione, che ha consentito la creazione, all’interno dell’ex locale delle caldaie, di una sala studio di 150 metri quadri con 45 singole postazioni studio. Sempre nello stesso locale è stata ripristinata la vetrata originaria, che ha restituito la corrispondenza assiale, progettata da Luigi Moretti, tra i due corpi di fabbrica adiacenti alla prima terrazza. Questa, prima inutilizzata, ospita adesso un’ulteriore area studio all’aperto in continuità con quella interna, con ulteriori trenta postazioni anche queste dotate di wi-fi, come il resto dell’intera struttura, grazie al digital sponsor TIM.

Le attività di restauro sono state eseguite con la supervisione della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma.

Le foto sono di Claudia Rolando e Giada Cicchetti